A partire da lunedì 2 dicembre, il settore del turismo in Spagna - agenzie di viaggio, rent-a-car, hotel, ostelli, unità di turismo rurale - dovrà raccogliere 42 dati dai propri clienti.

Questa misura, inserita nel Regio Decreto 933/2021, ha sollevato le proteste del settore turistico spagnolo, ma il Ministro degli Interni, Fernando Grande-Marlaska, ha imposto la sua volontà, giustificandola con il fatto che questi dati hanno permesso di localizzare molti criminali ricercati, indicando alla stampa spagnola che, secondo le stime degli enti ufficiali, "più di 15mila criminali sono stati localizzati grazie alla collaborazione di hotel e agenzie".

Tra i dati che verranno raccolti dal cliente ci sono nome e cognome, sesso, numero di documento di identificazione, nazionalità, data di nascita, luogo di residenza abituale, numeri di telefono, e-mail, numero di viaggiatori e parentela (nel caso di minori) e dati sulle transazioni.

Come accennato, le aziende saranno tenute a fornire fino a 42 dati dei clienti, mentre le associazioni dei datori di lavoro del turismo sostengono che il trattamento massiccio dei dati personali previsto dal regio decreto viola le norme dell'Unione europea (UE) sulla protezione dei dati e sulla privacy, compresi quelli inclusi nei metodi di pagamento, oltre, secondo loro, ad aumentare l'onere burocratico sulle aziende che, nella maggior parte dei casi, sono piccole imprese senza alcuna capacità di raccogliere ed elaborare questi dati.

Il registro riguarda solo le infrazioni gravi e minori, mentre sono state omesse le infrazioni molto gravi previste dalla Legge sulla sicurezza dei cittadini. Le infrazioni minori saranno punite con multe da 100 a 600 euro solo se si tratta di irregolarità continue, mentre le infrazioni gravi, con multe da 601 a 30.000 euro, saranno applicate per la mancata registrazione e l'omissione totale di informazioni.

La multa per chi non segue lo "standard Marlaska", come è conosciuto in Spagna, può arrivare a 30 mila euro.