La ricerca, condotta dal Centro di studi ambientali e marini (CESSAM) dell'Università di Aveiro, rivela l'inquinamento da plastica in specie come lo zifio, il capodoglio pigmeo e il capodoglio, sulla base di autopsie effettuate su cetacei trovati al largo delle coste portoghesi e spagnole.
Metà dei cetacei spiaggiati tra il 1990 e il 2019 aveva rifiuti nell'apparato digerente", si legge nello studio, che fa riferimento a vari materiali ingeriti, "che in molti casi sono stati la causa della morte".
La biologa Sara Sá, del CESSAM, spiega che "l'analisi dei sistemi digestivi di questi animali ha rivelato la presenza di sacchetti e imballaggi di plastica, materiali da pesca in plastica e metallo, altri oggetti metallici e persino guanti di pelle".
Stiamo parlando di un universo di 107 individui spiaggiati, con campioni raccolti dal 2000 in Portogallo e dal 1990 in Spagna", ha dichiarato Sara Sá a Lusa.
La ricercatrice sottolinea che i materiali trovati sono legati alla pesca e all'uso domestico.
Lo studio spiega che "l'ingestione di macro-litter marini (rifiuti di dimensioni superiori a 2,5 centimetri) è frequente tra i cetacei che si immergono in acque profonde al largo della costa ibero-atlantica".
Lo studio è stato condotto in collaborazione con le reti di ricerca spagnole Coordinadora para el Estudio de los Mamíferos Mariños (CEMMA) e Coordinadora para el Est (CEPESMA).