Alla manifestazione, indetta dalla piattaforma associativa "Per una foresta galiziana con futuro", composta da una sessantina di gruppi, tra cui le organizzazioni ambientaliste Adega e Greenpeace, il sindacato CIG e numerose associazioni professionali ed enti culturali, hanno partecipato la leader del Blocco Nazionalista Galiziano (BNG), Ana Pontón, e il sindaco di Santiago de Compostela, Goretti Sanmartín (BNG).
Gli organizzatori hanno criticato la mancanza di risorse per combattere le fiamme che quest'estate hanno bruciato vaste aree di foresta e macchia, soprattutto nella provincia di Ourense.
Secondo le stime del governo centrale, quest'estate in Galizia sono bruciati in totale 143.000 ettari, cifra che la Xunta (governo regionale della Galizia) ha ridotto a 120.000 ettari. Gli organizzatori della protesta hanno accusato il presidente della Xunta (Consiglio Nazionale dello Stato), Alfonso Rueda, del Partito Popolare Galiziano (PPdG), di aver cercato di minimizzare sia l'entità che l'impatto ambientale degli incendi invece di adottare misure preventive e di aumentare le risorse e la formazione dei vigili del fuoco.
Il 1° settembre Rueda ha assicurato che "più del 60% dell'area bruciata era costituita da macchia e sottobosco" e che "una parte significativa" di "pietre, che si contano anche in superficie".
Pontó, leader del BNG (Partito Nazionale Galiziano), il principale partito di opposizione in Galizia, ha denunciato la posizione di Rueda nelle dichiarazioni rilasciate a un gruppo di giornalisti all'inizio della protesta nella capitale galiziana e ha ribadito la richiesta di dimissioni del leader galiziano.
Accompagnato dal sindaco della capitale galiziana, anch'egli del BNG, Pontón ha indicato che è giunto il momento di chiedere "la responsabilità politica", in particolare le "dimissioni della persona più responsabile di questa crisi degli incendi, il signor Rueda".